Romani e il suo collega sono rimasti feriti oggi da colpi di arma da fuoco durante un’operazione per la cattura di alcune persone che avevano piazzato poco prima un ordigno lungo una strada. Le prime notizie parlavano di condizioni non preoccupanti, ma nel pomeriggio uno dei due militari è morto durante un intervento al quale veniva sottoposto. Lo scontro a fuoco è avvenuto nel distretto di Bakwa, nella parte orientale della provincia di Farah. Un lutto che arriva alla vigilia del voto per le elezioni legislative, segnato da un’offensiva generalizzata dei talebani.

La vittima è il tenente Alessandro Romani del IX Reggimento d’assalto Col Moschin. Era nato a Roma il 18 luglio del 1974. Celibe, aveva alle spalle numerose missioni internazionali. Sotto casa della madre del tenente, un palazzo vicino piazza Bologna, in serata si è radunato un gruppo di militari e di amici. Romani viveva a Livorno, dove ha la base il Col Moschin, in un appartamento di via Palestro. Bocche cucite alla caserma Vannucci. L’unico che parla è un giovane militare: «Non possiamo dire nulla, ma quello che è certo è che era orgoglioso di indossare quella divisa e del suo Paese».

I due militari sono stati feriti entrambi a una spalla, il tenente più gravemente. Le loro condizioni – avevano detto in un primo momento dal comando del contingente italiano ad Herat – non destavano preoccupazione, anche se il tenente era stato classificato “codice A”. Alessandro Romani è morto per complicazioni intervenute durante l’intervento al quale veniva sottoposto.

Per i militari italiani tutto è cominciato quando un aereo senza pilota Predator (italiano), mentre sorvegliava l’area a est di Farah, ha avvistato lungo la strada per Delaram alcune persone che piazzavano un ordigno sotto il manto stradale. Il Predator ha seguito gli attentatori e segnalato il luogo dove questi si erano rifugiati.

Subito è scattata l’operazione per la loro cattura alla quale ha preso parte la Task force 45, vale a dire le forze speciali italiane. A bordo di un elicottero Ch 47, scortato da due elicotteri d’attacco Mangusta, il commando è atterrato nei pressi di una casa nella quale si nascondevano i quattro attentatori. Ne è nato uno scontro a fuoco, durante il quale i due militari sono stati raggiunti da colpi di armi da fuoco, presumibilmente Kalashnikov. Immediatamente soccorsi i due, un ufficiale e un militare, sono stati ricoverati all’ospedale da campo di Farah. Nel frattempo i due Mangusta hanno scaricato contro la casa tutto il loro potenziale di fuoco («Sono tornati scarichi», ha detto una fonte del comando italiano). Non è stata resa nota la sorte dei talebani che vi si erano rifugiati.

fonte: www.ilmessagero.it

Dal 28 Novembre 2019 il Cap. Alessandro Romani riposa insieme ad altri eroi al cimitero monumentale del Verano a Roma Quadrante delle Medaglie d’Oro:

Capitano Alessandro Romani, PRESENTE!

Medaglia d’oro al valore dell’Esercito

Capitano Alessandro Romani

Data del conferimento: 29/07/2011

Alla memoria

motivazione:

Incursore e soccorritore militare, interveniva, con la sua unità, nel tentativo di catturare degli insorti intenti a posizionare un ordigno esplosivo sul ciglio di una strada. Dimostrando spiccato coraggio e somma perizia, nel corso dell’azione esponeva scientemente la propria vita a manifesto rischio per contrastare la reazione ostile. Gravemente ferito, negli ultimi istanti di vita anteponeva il dovere alla propria incolumità, preoccupandosi del buon esito della missione e delle condizioni di salute dei suoi uomini. Splendida figura di ufficiale che, con il proprio estremo sacrificio, ha dato lustro all’Esercito nel contesto internazionale. Farah (Afghanistan), 17 settembre 2010.