(Gianfrasket) In Libia uno scafista, non è ancora confermato che si tratti proprio di Salah Al-Maskhout , è stato eliminato con otto uomini di scorta da un commando. Un giornalista inglese, James Wheeler, ben addentro alle segrete cose, afferma che sono stati gli italiani. Gentiloni e la Pinotti negano, ma…

Negare, negare, negare, questa è stata la politica italiana degli ultimi 25 anni con qualsiasi governo o colore. Forze Speciali Italiane, nella fattispecie una unità denominata Task Force 45, ex-supersegreta – adesso ci stanno facendo una fiction su Canale 5 – sono state spedite in Afghanistan già nel lontano 2001 per compiere azioni di guerra coperte, tenendo ovviamente all’oscuro il nostro Parlamento – un bene, visto il livello del medesimo – per altri 2 anni. Anni ruggenti, nei quali i nostri Incursori eliminarono e catturarono moltissimi capi Talebani. Questa unità ex-fantasma è composta da circa 200 uomini provenienti dal 9° Rg.to d’assalto paracadutisti “Col Moschin”, dal Gruppo Operativo Incursori del Com.Sub.In della Marina, dal 17° Stormo Incursori dell’Aeronautica e dal Gruppo Intervento Speciale dei Carabinieri. Tutto personale con un livello estremo di addestramento e capace di operare nelle condizioni più delicate e difficili.

Ufficialmente la missione in Afghanistan fu votata nel 2003, quando i nostri uomini erano già sul campo da due anni. Ma questa è solo la punta del diamante, un distaccamento del Nono – come viene chiamato il Col Moschin – sta infatti operando in questo momento contro ISIS nel Kurdistan irakeno, e anche in tempi meno recenti furono eseguite operazioni oltremare dalle nostre Forze Speciali, in gran segreto e senza nessuna autorizzazione parlamentare, come l’eliminazione e l’affondamento di centinaia di imbarcazione in Albania tra il ’91 e il ’92. In quel frangente il Comsubin eliminò fisicamente oltre 18 capi mafia albanesi che organizzavano il traffico di esseri umani. Altre operazioni sono avvenute in Somalia, in Iraq, in Etiopia, nello Yemen e nel Sudan con la creazione anche di una base operativa a Gibuti.

In Libia ci siamo da sempre, tutti i pozzi e le strutture dell’Eni sono difesi dai servizi con l’ausilio di contractor Italiani, inoltre in Libia la nostra intelligence è la numero uno, nettamente superiore per radicamento sul territorio e capacità operativa anche alla Cia e agli altri servizi occidentali e non. In poche parole in Libia non simuove una foglia che Forte Braschi (la nostra Langley) non sappia, ma è normale, è il nostro cortile di casa.

Gentiloni e la Pinotti negano, ma potrebbero mai ammettere che sia vero?

Il quotidiano inglese The Guardian ha richiamato l’attenzione dei lettori sul coinvolgimento dell’Italia negli eventi, riportando che “il Governo italiano ha confermato la morte di Salah Al-Maskhout”. Al riguardo, tuttavia, il portavoce del Ministro della Difesa italiano, Andrea Armaro, intervistato dal sito Migrant Report, ha dichiarato che “non abbiamo nulla a che fare con questa storia, quindi non possiamo confermare, ne smentire”.
La classica smentita che conferma la notizia…al paese mio

Fonte: http://informare.over-blog.it/