Un paracadutista su Marte. O quasi. Pochi sanno che Paolo Nespoli, unico italiano che ha partecipato alla missione spaziale dello Shuttle nello scorso novembre, ha ricoperto il ruolo di specialista, ma soprattutto un paracadutista ed un incursore. In una cerimonia oggi nel piazzale della Caserma Vannucci a Livorno ha riconsegnato simbolicamente il brevetto e lo scudetto della Folgore con cui ha compiuto l’ultima missione.
Non solo un’appartenenza simbolica, la sua: Nespoli è stato uomo della Folgore e incursore del 9°Reggimento Col Moschin. Ma il “battesimo” nello spazio del distintivo della Folgore con il volo Shuttle STS-120 Esperia, è stato solo l’ultimo atto di un percorso che da anni vede l’Esercito Italiano accompagnare silenziosamente ogni missione nello spazio.
Dal 2004, infatti gli incursori del Col Moschin, grazie ad un accordo che li lega all’Esa e all’ASI (Agenzia Spaziale Italiana) si occupano di preparare psicologicamente e fisicamente gli astronauti per le missioni. Inglesi, americani, francesi, giapponesi seguono i corsi e l´addestramento in Sardegna o sul Monte Bianco. Ore trascorse in mare e in terre impervie, in situazioni estreme e in spazi ridotti per cercare di raggiungere l’equilibrio psicologico e la resistenza fisica per sopportare lo stress di una missione spaziale che potrebbe presentare imprevisti e situazioni estreme.
La preparazione e la professionalità degli incursori del 9° Col Moschin è stata riconosciuta a livello internazionale come una delle migliori e più affidabili per questo genere di missioni. Infatti, la tappa di Livorno, nel tour che vede l’equipaggio della Nasa in viaggio per l’Italia, è stato l´occasione per Nespoli di ricordare la sua esperienza di “truppa terrestre”: “Lo spazio è stato da sempre un sogno che sono riuscito a realizzare grazie alla preparazione che proprio in questo reparto speciale ho ricevuto”.
Con lui, Pamela Ann Melroy comandante della missione, il pilota George Zamka e gli astronauti Scott Parazynski, Stephanie Wilson, Doug Wheelock e Clay Anderson. “Grazie ancora a tutti voi, noi siamo i gruisti e gli idraulici dello spazio, siamo solamente braccia spaziali”, questo il saluto conclusivo che gli astronauti della Nasa hanno rivolto ai paracadutisti della Brigata Folgore e al 9° Reggimento Col Moschin.
Fonte Panorama.it