1° Settembre 2007 – Tre militari italiani sono rimasti feriti in Afghanistan. Il convoglio dei soldati in pattuglia è stato investito da un’esplosione. Il fatto è avvenuto nel tardo pomeriggio nella provincia di Farah, nella parte meridionale della regione ovest sotto il comando italiano. Come riferisce il portavoce della missione, i tre militari sono stati ricoverati “in una valida struttura sanitaria. Sono stabili, coscienti e in buone condizioni generali”. Rassicurazione sulle condizioni di salute dei soldati sono giunte anche dal presidente del Consiglio Romano Prodi che ha parlato di “notizie confortanti”.

L’esplosione ha coinvolto un convoglio composto di sei mezzi, impegnati – dicono al comando di Herat – in una “attività di ricognizione”. La deflagrazione – le cui cause sono ancora in corso di accertamento – ha investito una pattuglia che si trovava a bordo di un Vtlm (Veicolo tattico leggero multiruolo), mentre percorreva la strada che collega Farah alla cosiddetta Ring Road.

L’esplosione sarebbe stata provocata da un ordigno piazzato ai margini della strada. Gli artificieri stanno cercando di stabilire se è esploso a pressione, in seguito al passaggio del mezzo, oppure è stato azionato a distanza. Entrambe le tecniche sono state utilizzate in quell’area, ma l’ipotesi che la bomba sia stata attivata con un radiocomando sembra allo stato la più accreditata.

L’ultimo attacco nell’agosto scorso, il 22, quando una pattuglia composta da sei veicoli Vtlm simili a quelli usati nell’attentato di questo pomeriggio, venne colpita da scariche di armi da fuoco e razzi nella provincia di Farah. I militari italiani reagirono rientrando alla base senza feriti. Nel marzo scorso, un altro convoglio con le insegne italiane fu colpito dall’esplosione di un ordigno abbandonato sul ciglio della strada ancora nella provincia di Farah. Anche quella volta, fortunatamente, nessun militare rimase ferito.

La perlustrazione della provincia di Farah è un’attività ormai normale del distaccamento di forze speciali italiane che sono di base ad Herat: il loro compito è quello di vigilare affinchè non vi siano infiltrazioni di “elementi ostili” dal sud dell’Afghanistan, dove la presenza di taleban è più massiccia, alla relativamente tranquilla provincia occidentale del Paese.

fonte: repubblica.it